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La scrittrice La Mantia alla scuola Patrizi parla del disastro di Marcinelle



Il 6 Novembre 2021 le classi seconde della scuola Media Patrizi, hanno incontrato la scrittrice Francesca La Mantia per discutere con lei del libro intitolato “La Montagna Capovolta”.

Lei ha iniziato l’incontro raccontandoci qualcosa di sé stessa. Ha trentasei anni ed è originaria di Palermo, ma attualmente vive a Milano dove svolge il suo lavoro.

Non è la prima volta che la scrittrice incontra lettori recanatesi, infatti undici anni fa era venuta nella nostra cittadina e con i suoi amici aveva messo in scena uno spettacolo su Leopardi. Ha fatto riflettere gli studenti e le studentesse su quanto sia bella la città di Recanati. Il grande poeta è a lei molto caro, ne ammira la grande immaginazione che aveva nonostante fosse sempre rinchiuso nelle mura della sua casa.

Più tardi ha iniziato a parlare del tema principale del libro in esame: l’IMMIGRAZIONE. La scrittrice ha spiegato la differenza tra il concetto di immigrazione, che si ha quando una persona entra in un altro paese diverso dal proprio, ed emigrazione, che si ha invece quando una persona esce dal proprio paese.

Prima di parlare nello specifico del suo libro, ha spiegato che alcuni anni fa in Belgio, gli immigrati erano costretti a svolgere faticosi lavori all’interno delle miniere, proprio come accaduto al padre della protagonista.

Questo accadeva poiché, nel dopoguerra, l’Italia e il Belgio avevano stretto un patto in base al quale l’Italia procurava al Belgio uomini che avrebbero svolto il lavoro di minatori. In cambio il Belgio forniva quotidianamente carbone all’Italia. Gli uomini italiani arrivavano in Belgio senza conoscere le condizioni in cui avrebbero vissuto. I treni venivano persino chiusi durante il viaggio per non dare loro la possibilità di vedere il paesaggio né tanto meno ciò che c’era fuori ad attenderli.

L’8 Agosto del 1956, la rottura di un cavo per montacarichi, che permetteva ai lavoratori di scendere in profondità, comportò la fuoriuscita di gas nocivi tra cui anche il grisù, con il conseguente incendio della miniera di Marcinelle, che provocò la morte degli operai che erano dentro.



Il colpevole non fu mai trovato, poiché venne fatto scappare in Canada e pertanto l’unico ad essere considerato responsabile di quanto accaduto fu l’ingegnere capo, che fu condannato a tre anni di carcere.

La responsabilità di tutto in realtà andava ricercata nei due Stati, Belgio e Italia, che non avevano saputo mantenere quanto avevano previsto nel patto nei confronti dei minatori.

Nel tempo qualcuno prova a fare ricerche: due fratelli di Lettomanoppello che avevano perso il padre, lo zio e il loro cugino, provarono a individuare i corpi dei familiari deceduti. La ricerca coinvolge gli archivi storici del Belgio e dell’Italia, ricorrono all’aiuto di un investigatore privato cercando di ripercorrere anche i luoghi dei loro cari. Dopo tre anni di ricerca arrivano in Canada direttamente alla porta del colpevole. Chiedono notizie sul loro padre; il colpevole mostra indifferenza verso la tragedia pur dicendo di ricordarsi di lui, quello che invece gli sta a cuore è solo la sua seconda pensione, quella italiana che non gli è ancora arrivata.

Il racconto della scrittrice è stato molto interessante anche nel modo in cui è avvenuto: alcuni alunni e alunne hanno interpretato le scene raccontate, fingendo di essere i personaggi della storia.

L’incontro si è concluso con una domanda assai interessante da parte della professoressa Senigagliesi che ha chiesto come mai la scrittrice avesse scelto di trattare il tema dell’emigrazione italiana nel suo libro.

La scrittrice ha detto di voler diffondere la conoscenza di come gli stranieri oggi e in passato sono stati maltrattati. Occorre che gli italiani ricordino che un tempo sono stati umiliati nella loro condizione di stranieri: in base alla conoscenza di questi fatti dovrebbero imparare a comportarsi in maniera diversa con tutti gli immigrati che oggi arrivano in Italia.

Alcuni studenti e studentesse hanno espresso le seguenti considerazioni sull’incontro.


Per me l’incontro del 6 novembre (2021) con Francesca La Mantia è stato molto divertente, istruttivo e soprattutto coinvolgente e accattivante. Ho apprezzato molto come la scrittrice parlava con noi, in modo naturale, “in confidenza”, senza discorsi già preparati. (Minerva)

Francesca è stata chiara e decisa negli argomenti che trattava e questo è stato molto apprezzato da tutti , compreso me che sono riuscito a capire e a immedesimarmi nella vicenda. (Riccardo)

L’incontro di Sabato mi ha divertito perché Francesca La Mantia ha fatto interpretare a noi alunni i vari personaggi della storia. Sono stati coinvolti molti ragazzi. (Amanda)

Per me l’incontro del 6 Novembre con la scrittrice Francesca la Mantia, è stato molto divertente e interessante. Secondo me lei è una scrittrice veramente brava. (Vittoria)

L’appuntamento a cui abbiamo partecipato il 6 novembre 2021 mi è piaciuto particolarmente; soprattutto perché la scrittrice ci ha spiegato le migrazioni facendoci fare i protagonisti della storia e parlando in modo coinvolgente. (Alessandro)

Secondo me l’incontro del 6 Novembre è stato molto interessante e anche divertente. Mi piacerebbe rifare l’incontro con Francesca La Mantia ma su un suo altro libro. (Edoardo)

Questo incontro con Francesca La Mantia mi è piaciuto molto perché è la prima volta che incontravo una scrittrice. E’ stato interessante ascoltarla anche perché ci ha coinvolto facendoci interpretare dei ruoli. Questa scrittrice è giovane e molto simpatica, non mi sono per niente annoiata durante questo incontro! (Gaia)




Lucrezia M., Azzurra P, Agnese T. cl 2A


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