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L'amicizia tra una bambina e una volpe: un film di Luc Jacquet


Il 16 febbraio la classe prima A della scuola Patrizi di Recanati ha partecipato alla visione del Film “La volpe e la bambina”, ambientato in una foresta in Francia, uscito in Italia nel 2008, girato e diretto da Luc Jacquet. Il film ha offerto lo spunto agli alunni per riflettere sul delicato rapporto tra l’essere umano e gli animali selvatici.

La trama- Tutto inizia un giorno, il giorno in cui la bambina, tornando da scuola, vede la volpe.

L’amicizia tra le due nasce dalla volontà della bambina di cercare di addomesticare l’animale che ha bisogno di imparare a fidarsi prima di avvicinarsi a lei.

La bambina mostra tenacia nel suo intento: si inoltra nella foresta di faggi, segue le impronte della volpe in inverno quando la neve copre il sottobosco e raggiunge luoghi anche pericolosi incontrando altri animali come il lupo, la lince, il coniglio e il cinghiale.

Anche la primavera porta con sé non poche insidie. La volpe deve difendersi da un grande nemico: l’uomo, che la ritiene un animale assai pericoloso. E’ proprio in questo periodo che ha inizio la caccia alle volpi. Trappole, fucili e avvelenamento sono le tecniche maggiormente utilizzate per catturare questo animale.

Spesso si chiudono anche le loro tane, per far sì che non possano rifugiarsi da nessuna parte. Ecco perché è così difficile per l’animale potersi fidare della bambina senza aver prima valutato bene la condizione.

Non è sempre facile per la bambina trovare la volpe e quando ci riesce, l’animale ha ancora paura di lei e mette al riparo i suoi cuccioli cercando un’altra tana dove nascondersi. Allora la bambina tenta una strada diversa: cerca di farla avvicinare con il cibo. La volpe è un animale onnivoro. Si nutre di tutto, dai topi alle bacche e non resiste al panino lasciato a terra dalla bambina. Con questo la volpe nel tempo concede alla nuova compagna di avvicinarsi sempre più per qualcosa da mangiare. La volpe ora per la bambina è TITU, il nome che le ha scelto la nuova amica.

Un giorno la bambina per seguire il suo animale vede un orso, ma si spinge fin troppo in là, fino al Calderone dei Giganti, il luogo proibito ai bambini, una grotta dove la volpe si era rifugiata prevedendo un temporale. Nell’intento di seguirla la bambina si perde nel bosco e si imbatte in animali più o meno pericolosi. Si addormenta nel bosco e al mattino si risveglia con accanto TITU. Può finalmente accarezzarla, la volpe ha imparato a fidarsi di lei. Da quel momento l’animale seppur sempre vigile, si lascerà spesso coccolare da lei.


La ragazzina era curiosa tanto quanto la volpe: voleva scoprire se questo essere vedeva i colori come lei ed era tremendamente affascinata dal modo in cui TITU muoveva le orecchie. La bambina rischierà anche di essere attaccata dai lupi pur di difendere TITU, ma avrà una bella ricompensa: quella di poter giocare anche con i suoi cuccioli poiché ormai la volpe sa che la bambina non vuole farle alcun male e un giorno riesce a proteggere anche i piccoli da un’aquila che li voleva mangiare.

La confidenza diventa così tanto forte che la bambina inizia a trattarla come se fosse un cane infatti le mette anche un collare. La bambina pensa ormai che TITU le appartenga e che possa fare ogni cosa che lei ordini. La porta in casa con sé per giocare a nascondino, ma la volpe è un animale selvaggio e chiusa in una stanza si sente come in una trappola, inizia a saltare e nell’intento di fuggire salta dalla finestra rompendo il vetro e procurandosi una ferita. La bambina solo qualche giorno dopo, salendo in una collina, scoprirà di non aver perso TITU, poiché è ancora viva grazie alle ‘’cure’’ delle altre volpi. Ciò che avrà perso sarà però la sua amicizia, poiché l’animale non si fida più di lei.

C’è un insegnamento che è fondamentale e che si trae da tutto questo: la bambina aveva confuso l’amore con il possesso. Infatti la volpe è un animale selvatico, con le sue abitudini e non può essere totalmente addomesticata dall’uomo. Nessun animale può essere sottomesso, né domestico né selvaggio.

Amare un animale vuol dire rispettarlo nella sua natura e non significa certo possederlo.

Azzurra P., Lucrezia M.





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