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Bullismo e Cyberbullismo problemi dei nostri giorni - Il Progetto Legalità della Scuola San Vito

GLI ALUNNI DELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO SAN VITO PARTECIPANO AD UN PROGETTO PER LA LEGALITÀ CONTRO IL BULLISMO E CYBERBULLISMO.

Che cos’è il Bullismo? E il Cyberbullismo?


Il primo è un insieme di comportamenti adottati da qualcuno che ripetutamente fa o dice cose per esercitare il proprio potere su un’altra persona, quindi per dominarla. Uno studente è, quindi, oggetto di azioni di bullismo, cioè prevaricato o vittimizzato, quando è esposto ripetutamente nel corso del tempo alle azioni offensive messe in atto da uno o più compagni. Ciò che contraddistingue il fenomeno è l’intenzionalità, la persistenza e l’asimmetria della relazione, dove si verifica una disuguaglianza di forze tra le persone coinvolte, infatti da una parte si agisce con prepotenza e dall’altra si subisce, perché si è in una situazione di inferiorità.

Il bullismo può essere espresso in forma diretta, fisica o verbale, o in forma indiretta, attraverso l’isolamento o l’esclusione dell’altro. Produce di conseguenza molti effetti psicologici negativi, come disturbi dell’umore, depressione e calo dell’autostima.

Il cyberbullismo è, invece, una particolare forma di bullismo condotto attraverso gli strumenti tecnologici, come ad esempio telefoni, computer, tablet e ovviamente attraverso l’uso della Rete e dei Social Media. Causa, perciò, danni su più ampia scala. Come nel bullismo tradizionale, il cyberbullo prende di mira chi è ritenuto "diverso", solitamente per aspetto estetico, timidezza, orientamento sessuale o politico, abbigliamento ritenuto non "alla moda ". Ma le conseguenze di tali molestie sono addirittura maggiori, come è possibile immaginare, perché la vittima si sente perseguitata ovunque e sviluppa senso di impotenza, apatia, isolamento, depressione o, nei casi peggiori, manifesta intenzioni suicide. Spesso i molestatori, soprattutto se giovani, non si rendono effettivamente conto di quanto possano nuocere agli altri, perché il mezzo tecnologico che utilizzano, crea una specie di barriera psicologica tra vittima e molestatore, impedendo al secondo di provare empatia per il primo, di immedesimarsi nelle sue sofferenze, di immaginare cosa proverebbe al suo posto.



Noi alunni della scuola secondaria di 1° grado “S. Vito” abbiamo partecipato lo scorso 8 febbraio, ad un webinar online, dal titolo “Insieme per un internet migliore” con alcuni membri dell’Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche (DiTe) durante le ore scolastiche. Gli esperti ci hanno spiegato come affrontare il disagio psicologico e sociale causato sempre più frequentemente dall’uso sbagliato delle tecnologie della comunicazione. Hanno precisato che non occorre rinunciare ad usarle, visto il ruolo importante che hanno nella società per le persone di tutte le età, ma hanno indicato come farlo in maniera appropriata. Un impiego sbagliato degli strumenti tecnologici e dei Social Media può, infatti, diventare un limite per l’individuo, compromettendo le sue relazioni famigliari, sentimentali o scolastiche.


Come vanno, dunque, adoperati i mezzi tecnologici e internet?


Per esempio non offendendo o insultando gli altri, poiché spesso questi comportamenti sfociano in cyberbullismo.

Gli esperti hanno, poi sottolineato che chi si trova in mezzo a questa situazione dovrebbe rivolgersi ad un adulto di cui si fida e che saprà aiutarlo. Se si è a scuola, si può perciò riferire all’ insegnante quello che sta succedendo, o parlare con i propri genitori che prenderanno provvedimenti, oppure trovare la forza di affrontare il problema, confidandosi con quei compagni, che dimostrano di capirlo.


Il collegamento con gli psicologi del gruppo DiTe non è stato, però, un evento isolato, infatti precedentemente si era già parlato in classe del problema, realizzando il progetto sulla Legalità dell’Istituto.

Partendo dalla visione del film “Wonder” che tratta la storia di un bambino bullizzato a causa di una difficoltà fisica, si sono svolte una serie di attività di educazione civica per comprendere il fenomeno e imparare a riconoscerlo e contrastarlo. Così tra dibattiti, visione di video e realizzazione di slogan, gli studenti hanno capito i pericoli connessi e hanno discusso criticamente, mettendosi in gioco e pensando a delle soluzioni o a dei comportamenti da adottare per difendersi da esso.

LAURA GHIORGHIOIU, ANNA MARCHETTI, ELISABETTA RUGGERI, YOUSEF CANALE, ELENA PETRONELLI, MATTEO LANCIONI


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