Via dalla pazza classe
Martedì 18 febbraio, all’interno dell’aula Crealab della scuola “M. L. Patrizi” di Recanati, le studentesse e gli studenti delle classi terze hanno partecipato alla presentazione del libro di Eraldo Affinati “Via dalla pazza classe”, condotta da Francesca Nuzzo, Gloria Manzotti, Beatrice Bravi, Imen Graya del quinto anno del Liceo delle Scienze Umane “Giacomo Leopardi”. L’attività è stata progettata in previsione dell’incontro con lo scrittore che si terrà il 28 febbraio; a tale appuntamento parteciperanno gli alunni e le alunne delle classi terze che hanno letto il libro “Il sogno di un’altra scuola”.
Eraldo Affinati è uno scrittore, giornalista ed insegnante di letteratura italiana, vive nella città natale, Roma, insegna letteratura alla Città dei Ragazzi e pubblica articoli su svariati quotidiani, ha fondato con sua moglie la scuola Penny Wirton, in cui dei volontari insegnano l’italiano agli stranieri come L2 (o lingua seconda, che è una lingua che si apprende in un secondo momento rispetto alla lingua materna dell'apprendente, a sua volta indicata come L1).
Le ragazze hanno presentato un PPT che illustrava la scuola di Affinati, spiegando che le lezioni sono individuali e che l’insegnante e l’alunno sono, per così dire, sullo stesso livello ovvero che anche chi educa riceve a sua volta un insegnamento.
La scuola prende il nome dal libro di Silvio D’Arzo “Penny Writon”, che parla di Penny, un ragazzino il quale non ha mai conosciuto il padre, se non attraverso i racconti della madre che gli parla di lui come un supereroe che compie atti eccezionali, ma quando Penny scopre che il padre in realtà è morto da tempo, abbandona gli studi e scappa per trovare se stesso. Affinati si rivede molto in Penny, perché per entrambi non è stato semplice trovare la strada giusta, così come non lo è per tanti ragazzi che incontra nella sua carriera d’insegnante.
La scuola “Penny Wirton” è aperta agli stranieri di ogni età, anche a chi vive situazioni particolari: vi capitano analfabeti che non sanno né leggere né scrivere neppure nella loro lingua madre, ragazzi ribelli che non collaborano con chi vuole aiutarli ed è stata frequentata anche da un giovane come Omar, ragazzo molto indisciplinato, con un trascorso da tossico e spacciatore, che è stato per un po’ di tempo ai domiciliari ed infine in carcere. Il suo passato turbolento gli ha impedito di fare nuove amicizie e di essere, come un tempo, ben voluto dalla sua famiglia. Omar Si è recato nella scuola per trovare un posto d’amore e, fortunatamente, ci è riuscito. Eraldo Affinati gli vuole particolarmente bene perché capisce il suo pentimento. Ogni studente della Penny Wirton è molto indipendente e libero, può frequentarla quante ore vuole e i giorni che vuole, senza nessun tipo di espulsione. Partendo dal presupposto che TUTTI vengono accettati senza distinzioni, si cerca di non dare giudizi, infatti in questa scuola non esistono i voti. Il metodo adottato per insegnare nella Penny Wirton è molto semplice, si basa su due parole: FIDUCIA e RECIPROCITA’.
E’ una scuola gratuita che serve principalmente per apprender l’italiano, ma le persone, oltre che per imparare, vi si recano per sfogarsi, trovare affetto, del cibo, o magari anche un genitore o un figlio. Far parte di questa scuola porta ad integrarsi con un gruppo molto vasto di persone. Imparare una lingua per comunicare è molto utile, aiuta ad essere parte integrante della società e ciò significa anche star bene con se stessi.
Le studentesse liceali hanno poi parlato di alcune loro esperienze simili vissute grazie alla scuola: in età compresa tra i 13 e i 16 anni, hanno potuto insegnare per qualche giorno l’italiano L2 a persone straniere di diverse età, a bimbi piccoli, a loro coetanei e persino ad adulti, e confermano che, oltre ad essere un’esperienza significativa ed emozionante, apre gli occhi verso nuovi mondi. Hanno detto che insegnare l’italiano come L2 è difficile ma anche bello e che è un’esperienza da fare, infatti dopo averla vissuta, si sono sentite utili e felici.
Si è poi aperto un dialogo con le alunne e gli alunni della Patrizi e si è giunti a parlare della scuola di don Milani e del perché gli studenti fossero così motivati a frequentarla, fino a rimanervi per molte ore al giorno. Essi, oltre ad essere interessati allo studio, volevano un’istruzione per avere un futuro migliore, dato che la maggior parte di essi aveva iniziato sin da bambino a svolgere duri lavori. Nella scuola di don Milani gli studenti oramai grandi insegnavano ai più piccoli.
Si è anche parlato della scuola di oggi e si è chiesto agli alunni se sia utile e cosa si vorrebbe cambiare. Dalla discussione è emerso che si vuole una scuola che insegni materie utili per il mondo del lavoro o comunque che prepari al mondo reale. Si è discusso dell’opportunità che ci siano i voti: c’era chi pensava che fossero importanti perché spronano a studiare e chi pensava il contrario perché fanno sentire giudicati e mettono a disagio.
Al termine dell’incontro le studentesse sono state interpellate a riferire il loro parere sul libro “Via dalla pazza classe” e ne hanno offerto un giudizio positivo, ritenendolo di facile lettura ed interessante. Hanno affermato che in base al titolo si aspettavano di leggere una forte critica nei confronti della scuola tradizionale, ma così non è stato. Infine ogni studentessa ha letto uno dei passi che l’ha maggiormente colpita.
Tutte sono state concordi nel sostenere che il libro sia utile per conoscere altre prospettive, cose nuove o cose che non accadono mai qui da noi, ma che sono vissute dagli studenti che frequentano la Penny Wirton. Un passo letto si intitola “Educare per viveree racchiude un significato importante: lo studio sarà il nostro futuro e la cultura la nostra vita, studiare significa informarsi su ciò che ci circonda, conoscere la realtà e saperla interpretare, scegliere la strada giusta con cautela e amore, questo è un po’ il messaggio che Eraldo Affinati cerca di trasmettere ai suoi alunni.
Gli studenti e le studentesse della Patrizi hanno seguito con interesse la presentazione che ha fatto loro conoscere una realtà nuova ed attuale ed hanno molto apprezzato il confronto con le studentesse più grandi di loro ma non di tanto.
Angelica Buschi, Giulia Cardinali, Monica Ronconi, Sara Zazzarini