Doppio viaggio in “Ricicletta”...
Si intitola "Sulla luna in bicicletta" lo spettacolo teatrale andato in scena mercoledì 12 febbraio 2020 al teatro "Giuseppe Persiani" di Recanati, spettacolo che ha visto coinvolte come pubblico attivo numerose classi dell'I.C. Badaloni di Recanati.
Si è trattato di teatro d'attore, con pupazzi, marionette, ombre cinesi, scenografie meccaniche in movimento ed effetti che riproducono l'idea del lancio di una navetta spaziale: un lavoro di Andrea Calabretta, per la regia di Zenone Benedetto, con gli attori Giuseppe di Simone, Nicola liberato e Valerio Bucci dei Guardiani dell'Oca, su splendide musiche originali di Enrico Biciocchi.
In scena è stata portata l'incredibile vicenda di un doppio viaggio, quello dalla Terra alla Luna e viceversa, che, fin da subito, ha prodotto nei ragazzi in sala la sensazione di essere catapultati in un'altra epoca per l'ambientazione calda e vintage del soggetto e delle scenografie.
La storia si svolge nel 1865, quando un gruppo di scienziati tenta l'impossibile: raggiungere la Luna. Quello che non sanno è che il satellite è già abitato da strani esseri: seleniti mostruosi, buffi e stralunati e un re dall'indole mutevole e lunatica, che vivono da secoli indisturbati lassù, vaneggiando sui massimi sistemi. Ed ecco che, mentre gli umani, due scienziati strampalati e in competizione fra loro, e Zeppola, una buffa marionetta con evidenti difetti di pronuncia, tentano l'impossibile spremendo le loro meningi; i seleniti si ingegnano con la sola fantasia e mettono a punto una bicicletta fantastica: una "ricicletta".
Parte, quindi, una sfida tra ragione e follia, tra scienza e cuore, dove avranno la meglio la fantasia e la tenacia. Con questa ricicletta, lieve e poetica che vola nel cielo e porta senza fretta i nostri attori dalla Luna alla Terra, si salvano anche le sorti di due scienziati pasticcioni, che altrimenti, senza l'aiuto dei seleniti, finirebbero con l’orbitare per sempre nell'universo.
Lo spettacolo richiama l'allunaggio dell'Eagle avvenuto 50 anni fa e ci ricorda che numerosi scrittori e poeti, del calibro di Ludovico Ariosto o Jules Verne, avevano già immaginato incredibili ed esotici viaggi tra realtà e fantasia, molto prima che l'uomo mettesse piede sul nostro satellite. E fa tornare alla mente la bici della filastrocca "Io vorrei" di Gianni Rodari, che esprime la bellezza del mondo visto con gli occhi di un bambino, dove tutto può accadere, perché basta desiderarlo.
Sono, infatti, proprio i versi di Rodari che chiudono lo spettacolo: Io vorrei che nella luna/ ci si andasse in bicicletta/ per vedere se anche lassù/ chi va piano non va in fretta…
E il desiderio di vincere il peso che ci tiene legati alla Terra, le innumerevoli fantasticherie poetiche e musicali sulla Luna, l'ansia del volo e la progettazione di macchine (da quelle di Leonardo da Vinci allo Shuttle), trovano una loro spiegazione finale, confermando al giovane pubblico di aver visto una performance, per così dire, “stellare”.
Ludovica Menghini, Iacopo Veroli, Luca Boccanera, Denise Ruggiero