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L'inquinamento da plastica nel Mar Mediterraneo

L'inquinamento da plastica rappresenta oggi una delle emergenze ambientali più gravi per il nostro pianeta e per le specie marine che abitano i nostri oceani.

Scendendo nei dettagli e per far comprendere l’entità del problema si possono dare dei dati: ogni anno finiscono nel mar Mediterraneo tra le 150 mila e le 500 mila tonnellate di macroplastiche e tra le 30 mila e 70 mila tonnellate di microplastiche. Inoltre bisogna ricordare che i governi dei ventuno stati che fiancheggiano il Mare Nostrum, come veniva chiamato dagli antichi romani, e le diverse comunità locali che sorgono sulle sue coste gestiscono in maniera scorretta circa il 28% dei propri rifiuti, per cui quelli che sfuggono alla raccolta spesso finiscono in discariche abusive o disperse in natura con un’alta probabilità di riversarsi poi nei fiumi o nei mari.

Le aziende del Mediterraneo mettono sul mercato circa 38 milioni di tonnellate di manufatti in plastica ogni anno, senza coprire però i costi di gestione per lo smaltimento. Inoltre, dato il basso costo della plastica vergine, le aziende non investono nel disegno e nella realizzazione di nuovi prodotti che riutilizzino, riducano e sostituiscano la plastica.

Infine contribuiscono all’inquinamento del Mediterraneo anche i cittadini e i turisti che visitano la Francia, l’Italia, la Spagna e la Turchia, paesi che producono oltre 24 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica ogni anno e dove molto spesso la raccolta differenzia non viene fatta in modo corretto, danneggiando così il sistema di riciclaggio.

Il nostro Paese, in particolare, da un lato subisce gli impatti pesanti dovuti all’inquinamento da plastica, avendo la maggiore estensione costiera nel Mediterraneo, dall’altro contribuisce all’inquinamento, essendo il maggiore produttore di manufatti di plastica della regione e il secondo più grande produttore di rifiuti plastici.

In tutta evidenza si tratta di un problema assai grave, ma se non aiutiamo il mare adesso dove finiremo? In quale ambiente vivremo e quale pianeta avranno i nostri figli?

Sono le domande che si pone anche Greta Thunberg, l’attivista svedese di soli 15 anni che da tempo protesta per chiedere ai governi del mondo un maggiore impegno per proteggere il nostro pianeta e che ha creato il movimento dei “#FRIDAYSFORFUTURE”.

Le nuove generazioni sanno dunque che è necessario agire e in fretta e gli adulti saranno capaci di ascoltare le giuste richieste dei più giovani?


Ettore Lombardozzi, Sara Cimmino, Davide Campanari, Yousef Canale


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