Cambiamenti che ci sorprendono e ci rendono tristi
In questi giorni su tutti i giornali e telegiornali sono state mostrate le immagini di Venezia sommersa dall’acqua alta. Anche i giornali stranieri ne hanno parlato, in particolare il quotidiano tedesco “Die Zeit” ha intervistato un noto climatologo, il professor Anders Levermann dell’Istituto di Ricerca per i cambiamenti climatici di Potsdam. Lui ha affermato che: “La scomparsa della città di Venezia sott'acqua è solo una questione di tempo. Durante l'intero periodo di osservazione dal 1872 l'acqua nella stagione delle inondazioni non è mai salito così in alto come ora”.
È possibile, allora, salvare Venezia dal mare? Questa è la domanda che tutti si sono posti durante questa settimana di novembre, in cui si è osservato salire il livello della laguna così tanto da superare un metro e mezzo, allagando vie e piazze della città veneta.
Come abbiamo studiato, tutto è determinato dalla crescita eccessiva della temperatura del pianeta, infatti più fa caldo, più forti sono le piogge e più alto è il livello del mare. I climatologi affermano, inoltre, che poiché il livello del mare nei prossimi anni crescerà tantissimo, non sarà solo Venezia ad andare sott’acqua, ma anche altre grandi città nel mondo come Amburgo o Hong Kong. Ed essendo l’Italia una penisola, saranno in pericolo anche altre città del nostro paese, perché moltissime si trovano sulla costa.
Tuttavia adesso sono le immagini di Piazza San Marco che ci colpiscono e ci rendono tristi, soprattutto tenendo conto che l’inondazione ha causato gravi danni, in particolare all'interno della basilica di San Marco. Dal comando della polizia municipale si è appreso che tutta la cripta è stata sommersa e che nel momento del picco della marea, che ha raggiunto i 187 cm, il livello dell’acqua all’interno arrivava a 1,10 m dalla pavimentazione. Le conseguenze non sono ancora visibili ma, purtroppo, si noteranno con il tempo.
C’è però chi sostiene che questi problemi si sarebbero potuti evitare se il MO.S.E. avesse funzionato, tuttavia l’opera non è ancora pronta. Il MOSE è un Modulo Sperimentale Elettromeccanico, che attraverso un sistema di paratie e barriere, dovrebbe difendere Venezia e la laguna dall’acqua alta. È una grande opera di ingegneria civile iniziata nel 2003, ma che non è stata finita, perché tra il 2013-2014 sono state scoperte una serie di truffe, di fatture false e di fondi neri, che hanno portato la magistratura ad indagare. Per tale motivo i tempi di realizzazione si sono allungati e purtroppo secondo le previsioni i lavori finiranno nel 2022.
Quel che è sicuro è che oggi i veneziani chiedono risposte e le amministrazioni che si sono susseguite fanno fatica a scagionarsi dalle proprie responsabilità, senza contare che a questo disastro si aggiunge anche il problema dell’ingresso delle navi da crociera nella laguna, che mettono la città ulteriormente in pericolo. Per questo motivo lo stato d'animo che domina a Venezia è la collera.
Al di là però della giusta rabbia è importante che si cominci ad agire per risolvere il problema, in quanto, oltre a Venezia, è il nostro pianeta ad essere in pericolo, infatti, come dice Levermann: “Con un aumento delle temperature globali di tre gradi, a lungo termine, uno su cinque siti culturali dell'Unesco sarà minacciato”. Quindi la soluzione definitiva è quella di “limitare davvero l'innalzamento del livello del mare smettendo di bruciare carbone, petrolio e gas" e non solo continuare a parlarne.
Elisa Capodaglio, Matteo Cittadini, Cristian Eusebi, Flamini Valeria
Fonte: https://it.sputniknews.com/italia/