Tiro Libero: un film coinvolgente
Il 21 settembre è uscito al cinema “Tiro libero”, film ambientato tra le colline marchigiane diretto da Alessandro Valori.
La storia parla di Dario (interpretato da Simone Riccioni), un venticinquenne di bell'aspetto che, grazie al suo grande talento per il basket, è molto ammirato dalle ragazze.
Il suo temperamento arrogante e spocchioso, però, lo induce spesso ad essere maleducato e aggressivo, così, quando una ragazza urta per sbaglio la parte posteriore del suo SUV, Dario la aggredisce con una serie di insulti taglienti. Lei, offesa dal comportamento del giovane, gli fa causa.
Il tribunale lo condanna a svolgere un'attività sociale presso un centro di riabilitazione per disabili. Gli viene assegnata una giovanissima squadra in carrozzina. All’inizio, il giovane protagonista la considera una scocciatura, poi, la quotidianità con quei ragazzi sfortunati diventa uno stimolo per affrontare i numerosi ostacoli che lo attendono, compresa la distrofia muscolare che nel frattempo gli è stata diagnosticata.
Decisivo è anche l'incontro con la volontaria Isabella (l’attrice Maria Chiara Centorami), che lo convince a cambiare.
Il giovane in breve tempo riesce a stravolgere il suo modo di essere e tra i due nasce anche una tenera storia d’ amore.
Noi ragazzi e ragazze delle classi terze della Scuola Media San Vito abbiamo visto il film nell'ambito del progetto "Una Finestra sul futuro" e lo abbiamo molto molto apprezzato, perché racconta la crescita morale del protagonista: a seguito della sua esperienza di coach, inizia infatti ad affrontare con coraggio e tenacia le difficoltà e a vedere con occhi diversi la realtà, senza essere più oscurato dai bagliori della fama e della ricchezza.
Non è facile avere cura degli altri, ma ti fa maturare: Dario lo capisce quando ha a che fare con dei ragazzi disabili, che gli insegnano ad avere più attenzione verso gli altri e ad apprezzare quello che si ha. Anche la malattia ha un ruolo importante nella sua evoluzione, così da scontroso e sbruffone diventa umile, generoso e comprensivo.
Il lungometraggio ci è piaciuto molto, in quanto ha saputo evidenziare, attraverso una trama avvincente, valori significativi come l’amore, l’amicizia, l’umiltà e il rispetto dell’altro. Seppure senza approfondire, il film parla anche di fede.
Se vogliamo trovare un piccolo neo, dobbiamo dire che, secondo noi, il finale risulta essere un po' troppo irreale: tutto migliora e si risolve in modo repentino, mentre nella vita i cambiamenti e la soluzione dei problemi richiedono quasi sempre tempi lunghi.
Resta che è un film che fa riflettere e lo consigliamo a tutti.
Asia Bravi, Peter Buldorini, Viola Calcabrini,
Matilde Marinelli, Aleksej Pennacchioni, Giulia Sartelli.